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La tecnica dello sbiancamento dentale con la lampada led consiste nell’applicazione di un gel a base di perossido di idrogeno (H2O2) sulla superficie dei denti. Lo stesso gel, L’innovazione BlancOne®
BlancOne®, grazie all’energia della luce e a speciali fotosensibilizzatori, riesce a scindere il principio attivo sbiancante (perossido di idrogeno) in ossigeno altamente reattivo alla “velocità della luce”. Questo ha consentito di ridurre notevolmente sia i tempi, sia le concentrazioni utilizzate, creando trattamenti sbiancanti in grado di eliminare gli effetti collaterali e garantendo uno sbiancamento efficace, naturale e durevole.
I trattamenti BlancOne® non fanno ricorso al calore, a pH molto acidi o basici, o a reagenti metallici. Grazie al loro meccanismo di azione accelerato e all’impiego di basse concentrazioni, i trattamenti BlancOne® evitano la disidratazione dello smalto, causa della sensibilità dentinale, spesso collegata agli sbiancamenti tradizionali. A differenza di tutti gli altri trattamenti sbiancanti, i trattamenti BlancOne® non contengono agenti desensibilizzanti.
Effettuando una serie di veloci cicli di sbiancamento, ripetuti nella stessa seduta sotto il controllo costante dell’operatore, i trattamenti BlancOne® assicurano la massima professionalità, tutela e comfort per il paziente.
Rispettando lo smalto, il bianco risulta naturale, stabile e durevole e non sarà necessario adottare un dieta specifica dopo il trattamento, né utilizzare prodotti rimineralizzanti.
I radicali liberi che penetrano attraverso lo smalto dentale e raggiungono le molecole pigmentate dei denti – responsabili di macchie o del loro ingiallimento, frantumandole mediante reazioni di ossido-riduzione; di conseguenza, i denti appaiono più bianchi e lucidi. L’effettivo “sbiancamento” dei denti è visibile immediatamente dopo la prima seduta e, nei giorni successivi, l’estetica del sorriso migliora ulteriormente.
Come si esegue lo sbiancamento?
Le fasi dello sbiancamento possono essere così descritte:
• Il massimo dell’effetto sbiancante è visibile dopo alcuni giorni dal trattamento.
IMPLANTOLOGIA GUIDATA
con carico immediato con ausilio di TAC
Per implantologia (dentale) si intende quell'insieme di tecniche chirurgiche atte a riabilitare funzionalmente un paziente affetto da edentulismo totale o parziale mediante l'utilizzo di impianti dentali ovverosia dispositivi, metallici e non, inseriti chirurgicamente nell'osso mandibolare o mascellare, o sopra di esso ma sotto la gengiva, atti a loro volta a permettere la connessione di protesi, fisse o mobili, per la restituzione della funzione masticatoria. Tali impianti possono essere di diverse forme, inseriti in diverse sedi con tecniche differenti e poi connessi alle protesi con diverse tempistiche.
Attualmente gli impianti sono quasi tutti realizzati in titanio. I più utilizzati sono quelli a vite di tipo endosseo, nella maggioranza dei casi lasciati sommersi sotto gengiva per un periodo congruo in base alla sede. L'implantologia dentale si suddivide quindi in endossea e iuxtaossea, quest'ultima utilizzante solo impianti a griglia con moncone fisso non sommerso e quindi per sede e modalità di carico non osteointegrabili se realizzati in cromo-cobalto-molibdeno, o anche osteointegrabili se realizzati in titanio ed inseriti con apposite tecniche chirurgiche favorenti la neoformazione ossea al disopra della loro struttura.
L'implantologia endossea è al momento la più diffusa, ed utilizza impianti (corpo implantare propriamente detto) di forma cilindrica/conica più o meno filettati all'esterno e con connessione interna a varia conformazione per la parte emergente (moncone) e più raramente cilindri o coni privi di filettatura esterna ma con analoghi sistemi di connessione interna per il moncone, viti piene di un solo corpo (corpo implantare e moncone realizzati dal pieno e quindi senza alcuna connessione) lame ed aghi. In base al protocollo chirurgico avremo quindi implantologia sommersa e non (transmucosa); in base alla tempistica di utilizzo (funzionalizzazione) avremo carico immediato, anticipato, differito.
Carico immediato moderno - innovazione e tendenza del mercato:
L'aumento globale dei problemi di edentulismo totale o parziale collegato all'aumento dell'età media nei paesi più sviluppati e non solo, come certificato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre da un lato denota il fallimento almeno parziale delle metodiche preventive dall'altro porta ad un aumento della richiesta di sostituzione totale della dentatura compromessa. Tutto ciò si unisce, almeno nel mondo occidentale, a richieste di trattamenti pur invasivi ma rapidi e indolori.
Il più famoso trattamento di questo tipo è stato sviluppato dal Prof. Paulo Malo in collaborazione con la Nobel Biocare e prende il nome di All-on-4®. Il trattamento in termini di risultato finale è analogo a uno dei trattamenti più innovativi della storia dell'implantologia osseointegrata, il cosiddetto "Toronto Bridge", che prende il nome dalla conferenza di Toronto del 1982 in cui il concetto del ponte fisso sostenuto da impianti osteointegrati ideato dal Prof. Per-Ingvar Brånemark dell'Universita di Göteborg per risolvere il problema dell'edentulismo mandibolare, osteggiato per anni dai colleghi di Brånemark stesso, fu introdotto finalmente con enorme successo al mondo accademico nordamericano dal Prof. Zarb dell'Università di Toronto. Ovviamente il trattamento moderno offre tutta una serie di vantaggi in termini di tempi, materiali e applicabilità della tecnica.
Esistono naturalmente anche trattamenti simili o del tutto analoghi su piattaforme implantari proposte da altri produttori che hanno copiato la tecnica originale proposta da Paulo Malo. In Italia una realtà importante è costituita dal produttore Sweden&Martina, che, pur non appartenendo alle tre case principali di impianti dentali, è in forte espansione per la qualità dei suoi prodotti e forte dello slancio del suo fatturato anche verso mercati esteri.
Un protocollo simile a quello dell'All-on-4® è quello proposto dal team del Prof. Pera con il Columbus Bridge Protocol, con innovazione soprattutto per quanto riguarda i materiali protesici. Il Columbus Bridge Protocol, così come l''All-on-4® sono protocolli con un'ampia documentazione scientifica alle spalle. Tutto questo dovrebbe portare ad una maggiore sicurezza per i pazienti.
Le soluzioni più moderne rispetto al Toronto Bridge originale prevedono un trattamento abbastanza simile tra le due arcate. Gli impianti, se necessario, si inseriscono non paralleli tra loro ma con una inclinazione di circa 30° allo scopo di evitare i forami mentali nell'arcata inferiore e i seni mascellari nell'arcata superiore: l'obiettivo è ottenere una buona stabilità primaria degli impianti (necessaria anche per il carico immediato) anche in assenza di struttura idonea nelle zone posteriori evitando trattamenti più complessi con innesti di osso. Il posizionamento disparallelo/inclinato prevede necessariamente una componentistica del sistema implantare che permetta successivamente la protesizzazione degli impianti disparalleli. Infatti per gli impianti inclinati è prevista un protesizzazione con doppio moncone, un primo inclinato rispetto all'asse lungo dell'impianto (generalmente di 17°, 30° o addirittura 40-45°) ed un secondo in asse con l'emergenza del primo.
ORTOPANTOMOGRAFO 3D SIRONA
Il sistema ibrido più famoso al mondo.
Semplicità affidabile. Ogni giorno. I dentisti che hanno scelto Orthophos XG 3D possono confermarlo. Grazie al volume di 8 cm x 8 cm si adatta perfettamente alle attività quotidiane dello studio. Se non sei pronto per la radiologia 3D, puoi iniziare con l'apparecchio radiografico Orthophos XG 3D ready e aggiornarlo a 3D successivamente. È possibile installare un braccio cefalometrico in qualsiasi momento. Flessibilità reale per ogni studio. Queste e altre qualità hanno reso Orthophos XG 3D il sistema ibrido 2D/3D più venduto al mondo.
Prevengono esposizioni scorrette grazie a un sistema semplice da gestire dal team dello studio e offrono soluzioni brevettate per un posizionamento affidabile.
Sicurezza dell'investimento basata su qualità testata e comprovata
Sebbene la radiologia 3D si stia affermando sempre di più in un numero crescente di studi odontoiatrici, in molti casi il sistema 2D è ancora utilizzato principalmente per motivi di igiene in ambito radiologico. È un elemento fondamentale della diagnostica dentale moderna. In termini di miglioramento della qualità dell'immagine, le opzioni radiologiche 2D disponibili sono tutt'altro che esaurite.
Orthophos XG 3D unisce un generatore "Made in Germany" di ottima qualità (macchia focale di 0,5 mm) e un sensore Csl (dimensione pixel 0,027 mm) per produrre immagini nitide e chiare necessarie per le attività cliniche. L'algoritmo innovativo del software ASTRA migliora notevolmente la qualità delle immagini panoramiche 2D e cefalometriche minimizzando i margini neri intorno alle otturazioni in metallo ed evitando un contrasto eccessivo che potrebbe comportare, ad esempio, la mancata diagnosi di carie.
GNATOLOGIA
ORTODONZIA
La gnatologia (dal greco gnàthos, «mascella») è una disciplina che afferisce all'odontoiatria, alla chirurgia maxillo-facciale e all'otorinolaringoiatria. Studia propriamente la fisiopatologia mandibolare e le funzioni del cavo orale ad essa connesse: masticazione, deglutizione, fonazione, respirazione.
La terapia gnatologica consiste nel ristabilire i normali rapporti fra condilo mandibolare, disco articolare e fossa glenoide. Pertanto è la posizione mandibolare reciprocamente al cranio che fa la differenza tra successo e insuccesso. Allo scopo servono manufatti prevalentemente di resina e metallo (bite) che riposizionano la mandibola producendo allo stesso tempo un rilassamento muscolare dei muscoli masticatori e di tutti gli altri muscoli interessati.
Una volta eliminate le contratture si procede alla terapia di stabilizzazione dei risultati, che può prevedere la correzione occlusale per apposizione, per sottrazione o per modifica tramite ausili che possono andare da un semplice molaggio selettivo per eliminare interferenze (a volte causate da restauri malposti), a un ripristino delle corrette altezze tramite onlays, corone o delle edentulie tramite protesi, infine si possono modificare posizioni dentali tramite ortodonzia.
L'ortodonzia è quella branca dell'odontoiatria che si occupa di raddrizzare i denti storti, e fare ordine in dentature troppo affollate e malposizionate.
L'ortodonzia non è da confondersi con l'ortognatodonzia la quale non si limita alle manipolazioni dei denti ma va oltre, occupandosi anche delle malformazioni delle ossa mascellari e delle ripercussioni che tali irregolarità hanno sull'aspetto del viso e sull'efficacia di funzioni quali la respirazione, la masticazione e la fonazione.
La pratica ortodontica consiste sostanzialmente in due tipi di terapia che molto spesso sono consequenziali.
Terapia chirurgica: si attua estraendo quei denti che ostacolano l'allineamento e l'articolazione degli altri o la corretta posizione dento-facciale.
Terapia meccanica: si attua mediante la costruzione di diversi tipi di apparecchi che potremo suddividere in:
Apparecchi attivi: agiscono direttamente con la loro forza quando viene attivata (es. apparecchi con viti, archi, molle ecc.)
Apparecchi passivi: sfruttano le forze masticatorie essendo di per sé inattivi (es. placca vestibolare, piano inclinato, ecc.)
IGIENE DENTALE
La pedodonzia o odontoiatria pediatrica è una disciplina che previene e cura le patologie odontostomatologiche del paziente in età evolutiva, dai 2 ai 16 anni.L'attenzione è rivolta alla prevenzione delle lesioni cariose da parte dell'igienista dentale o dell'odontoiatra (suggerimento di dieta corretta, applicazioni di fluoro, sigillatura dei solchi, educazione all'igiene orale, individuazione di disgnazie precoci) ed alla ricerca della collaborazione dei piccoli pazienti.
Tale professionista si occupa, nello specifico, della prevenzione delle patologie oro-dentali, e promuove la salute orale dei pazienti al fine di migliorarne anche la salute sistemica, nonché l'estetica e l'autostima; ha come fine la prevenzione e la terapia a livello del cavo orale con conseguenti implicazioni sistemiche. Riveste un ruolo importante nella terapia non chirurgica di mantenimento dei pazienti con malattia parodontale (parodontite).
TRATTAMENTO INDOLORE CON LASER
Grazie all'utilizzo del laser in odontoiatria ed in particolare del Laser Erbium e del della Laser Terapia con Laser Diodo in campo odontoiatrico, senza dolore e senza dover ricorrere all'anestesia locale, è possibile eseguire il trattamento di tutte le carie e la piccola chirurgia nel massimo comfort del paziente.
I vantaggi della Laser Terapia e dell'utilizzo del Laser in Odontoiatria
I trattamenti eseguiti con Laser Terapia sono più brevi e comportano un minor sanguinamento della parte trattata. La Laser Terapia comporta inoltre una diminuzione sensibile del dolore durante e dopo i trattamenti ed una minor invasività delle terapie.
L'utilizzo del Laser erbium è particolarmente indicato in pedodonzia (trattamento dei bambini), nelle pazienti in stato di gravidanza e nei pazienti cardiopatici in quanto consente la preparazione della cavità per la rimozione delle carie senza anestesia.
I vantaggi per il paziente derivanti dall'utilizzo del laser erbium sui tessuti molli si possono così riassumere:
- anestesie ridotte al minimo
- minor utilizzo di suture
- minor sensibilità post operatoria
- rimozione selettiva dei tessuti malati
- guarigione più rapida
- minor gonfiore
- minor rischio di infezione
L'utilizzo del laser erbium sui tessuti duri:
- comporta una ridotta necessità di anestesia per la cura delle carie
- favorisce la conservazione della struttura sana del dente
- evita il fastidioso utilizzo del trapano
- facilita la rimozione selettiva dei tessuti malati
- garantisce una maggior efficienza e minori rischi nella terapia implantare
PROTESI FISSA E MOBILE
Protesi fissa
La protesi fissa viene fissata agli elementi pilastro con la cementazione e non può essere rimossa dal paziente. In base alle funzioni si distinguono tre tipi di protesi fissa:
protesi fissa di ricostruzione: ha il compito di ricostruire le parti anatomiche del dente asportato e preservarlo quindi dalla completa distruzione (es. corone, intarsi, perno moncone);
protesi fissa di sostituzione: sostituisce completamente con elementi particolari i denti naturali (es. elementi intermedi di protesi a ponte);
protesi fissa di fissazione: ha la proprietà di bloccare e distribuire correttamente le forze masticatorie (es. ferule di fissazione).
Tali elementi se si ancorano sul dente o radice residuo vengono definiti corone, se poggiano sui denti adiacenti (opportunamente limati) con il fine di ripristinare denti mancanti sono detti ponti, e se sono applicati su impianti inseriti nell'osso sono definiti protesi su impianti. Sono definite protesi fissa anche le faccette, che consistono in gusci di ceramica da applicare sui denti anteriori per finalità estetiche o funzionali. Negli ultimi anni ha assunto grande importanza la realizzazione computer-assistita di protesi fisse con tecnologia CAD/CAM.
Requisiti della modellazione per protesi fissa
Ogni tipo di modellazione per protesi fissa per rispondere alle caratteristiche di funzionalità, resistenza, innocuità ed estetica deve avere i seguenti fondamentali requisiti.
Modellazione anatomicamente perfetta: è necessario ricostruire il dente interessato in modo il più possibile simile a quello che il paziente aveva in natura, quindi con tutte le caratteristiche che aveva il dente sano; per questa ricostruzione ci si avvale degli eventuali altri denti presenti nell'arcata.
Punto di contatto: deve essere ricostruito durante la modellazione per tre motivi: la distribuzione uniforme del carico masticatorio su tutta l'arcata, quindi la protezione dei singoli legamenti alveolo dentali; per evitare la "migrazione" del dente interessato o di quelli vicini; per proteggere la zona delle papille interdentali dal ristagno di cibo e quindi dalla possibilità di carie secondarie.
Corretta occlusione: è importante ristabilirla per un'adeguata funzionalità della protesi. Se il dente fosse troppo corto il paziente non riuscirebbe a masticare perché i denti non taglierebbero e se invece il carico occlusale fosse elevato ci sarebbe il rischio di danni ai legamenti alveolo-dentali (parodontopatia) ed all'articolaziojne temporomandibolare. Inoltre i denti devono essere costruiti in maniera armonica affinché non inciampino nei movimenti di protrusiva o di lateralità. Se questo accadesse ci sarebbe uno spiazzamento della articolazione temporomandibolare con delle gravi conseguenze per il paziente (artosi e/o disfunzione della articolazione).
Giuste dimensioni degli spazi interdentali e interstiziali: se le dimensioni degli spazi interdentali fossero troppo accentuate, la zona delle papille interdentali non avrebbe una sua precisa collocazione, e avremmo la possibilità di ristagno di cibo; se gli spazi interstiziali fossero troppo accentuati, il cibo potrebbe scivolare pur avendo il punto di contatto e col tempo causare una carie secondaria nella zona interdentale.
Corretta ricostruzione della curvatura assiale: questa è la bombatura di ogni singolo dente in tutte le superfici verticali e va ristabilita durante la modellazione in dimensioni adeguate. Se la curvatura assiale è poco accentuata il cibo urterà frequentemente la gengiva, provocando arrossamenti e infiammazioni. Se invece la curvatura assiale è molto accentuata avremo ristagni di cibo e di conseguenza carie secondaria.
Arrotondamento delle cuspidi: questa operazione si esegue per evitare che la corona in lega nobile che verrà applicata in bocca al paziente possa danneggiare il dente antagonista, visto che le leghe utilizzate in odontoiatria hanno un'abrasione praticamente nulla. Bisogna tenere presente anche l'età del paziente per stabilire l'inclinazione delle faccette cuspidiane (sono quei piani inclinati che si vengono ipoteticamente a formare sui versanti delle cuspidi in ogni direzione partendo dalla sommità della cuspide stessa).
Modellazione del colletto a lama di coltello: nelle parti di protesi in cui il dente è ridotto a moncone la corona che si inserisce per andare sotto gengiva a livello del colletto deve avere uno spessore molto sottile detto a lama di coltello.
Corone
Le corone sono protesi per denti singoli dei quali almeno la radice è conservata. Si ancorano o al dente opportunamente preparato (moncone) o, tramite perni endocanalari, alla radice (corona Richmond). Le corone, come anche gli elementi di ponte, possono essere in metallo (dette corone in lega), metallo ceramica, solo ceramica (corona jacket crown). Correntemente si stanno presentando altri materiali utili per la protesi fissa.
Ponti
Nei ponti l'elemento dentario estratto viene sostituito da una protesi che comprende anche gli elementi dentari adiacenti che vengono per questo ridotti a monconi e protesizzati anch'essi. L'elemento mancante assieme agli elementi pilastro (i monconi sui quali si appoggia) forma il ponte. Gli elementi pilastro devono avere un numero pari o superiore al numero delle radici pilastro degli elementi mancanti. Per travata si intende la parte di struttura destinata a sostenere l'elemento o gli elementi mancanti.
Protesi su impianti
In questo caso la radice dell'elemento mancante viene sostituita da un impianto dentale solitamente in titanio o leghe biocompatibili e su questo viene cementato o avvitato l'elemento protesico. Con gli impianti è possibile sostituire denti singoli o realizzare ponti o strutture più estese (Ponti di Toronto, o similari) che possono sostituire tutti gli elementi dell'intera arcata dentaria.
Faccette
Le faccette in porcellana sono sottili lamine in ceramica che vengono cementate sulla superficie visibile (detta vestibolare) dei denti anteriori. I denti che accolgono una faccetta sono leggermente limati per far spazio alla ceramica. Tuttavia, la loro preparazione è estremamente conservativa e deve essere mantenuta a livello della porzione più superficiale del dente, lo smalto. Lo smalto consente un'adesione ottimale delle faccette al dente.
Protesi mobile
Con il termine "protesi mobile" si intendono tutte le protesi atte alla sostituzione di intere arcate o parti di essa. Sono definite mobili in quanto possono essere rimosse facilmente dal paziente durante l'arco della giornata.
Protesi mobili sono la protesi totale, la protesi parziale e la protesi mista-scheletrata.
Protesi parziale
Protesi parziale con ganci
La protesi parziale si ancora tramite ganci o attacchi di precisione ai denti rimanenti. Quando la protesi parziale ha una struttura di sostegno metallica viene definita protesi scheletrica o scheletrato e se mista con attacchi di precisione su elementi pilastro viene detta protesi combinata. Si può realizzare anche una protesi tipo scheletrato in resina acetalica o termopressata senza ganci in metallo. È anche realizzabile una protesi a base di nylon e quindi senza metallo e con caratteristiche di biocompatibilità e flessibilità.
Protesi totale
La protesi totale rientra tra i dispositivi afisiologici, in quanto i carichi masticatori vengono completamente scaricati sulla mucosa e sull'osso sottostante, perché denti residui o radici vengono a mancare (edentulia). Ha quindi il compito di ristabilire completamente le funzioni masticatorie. Nell'esecuzione di questa protesi bisogna rispettare il profilo del viso (profilo facciale). Essa è meglio definita "mobile totale" in quanto risulta essere un dispositivo che il paziente stesso può rimuovere e reinserire in qualsiasi momento della giornata.
È un dispositivo atto a sostituire intere arcate ormai edentule, costituito da una struttura di sostegno in resina acrilica. I denti utilizzati sono denti del commercio sia in ceramica (poco utilizzati) che in resina acrilica o composita. Con i denti prodotti attualmente si ottengono ottimi risultati estetici: fondamentale è l'abilità dell'odontotecnico che, in particolare per i denti frontali, riesce a conferire alla protesi un aspetto naturale che ben si adatti al viso e alle espressioni del paziente.
Se la sella edentula fosse poco rilevata o comunque per aumentare la ritenzione della protesi totale è possibile, se la quantità di osso residuo è sufficiente, ricorrere alla chirurgia implantare. In tal caso verrebbero inseriti nella cresta edentula degli impianti con funzione di ancoraggio (in genere per la tecnica overdentures con ritenzione sferica, nell'arcata inferiore vengono inseriti 2 impianti nella zona dei canini).